OCEAN-H2. Produzione di idrogeno pulito offshore per utilizzi multipli

OCEAN-H2. Produzione di idrogeno pulito offshore per utilizzi multipli
A settembre è stato varato il progetto Ocean-H2 (Offshore Clean Hydrogen Production for Multi-use Purposes). Un progetto del programma SBEP (Sustainable Blue Economy Partnership) che intende valutare la fattibilità a lungo termine della produzione sostenibile di idrogeno verde su larga scala sfruttando energia rinnovabile offshore (ORE), con l'obiettivo di contribuire alla decarbonizzazione di diversi settori e al raggiungimento di un futuro energetico pulito. 
 
 
Coordinato dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica dell'Università di Malta, il progetto è partecipato dal Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università di Napoli Federico II, dal Research Institutes of Sweden (RISE), dal Fraunhofer ISIT (Germania) e dal CNRS FEMTO-ST (Francia).
 
Il percorso progettuale è volto, in primo luogo, all'identificazione della soluzione tecnica più efficace per la produzione su larga scala di idrogeno verde nei mari dell'Unione Europea. A tal fine, il progetto si focalizzerà su tre bacini marini - Mar Mediterraneo, Mare del Nord e Mar Baltico - come casi di studio per l'implementazione di microreti offshore alimentate a corrente continua a media tensione (MVDC), valutando configurazioni, prestazioni e scalabilità. Il secondo obiettivo del progetto è l'integrazione ottimale degli impianti offshore con le reti elettriche esistenti dell'UE. I partner intendono sviluppare modelli di connessione che tengano conto delle specificità infrastrutturali e delle risorse rinnovabili disponibili in ciascun bacino, favorendo la sinergia tra produzione decentralizzata e distribuzione continentale.
 
Infine, il progetto mira a delineare scenari di costo realistici, identificando leve di efficienza e opportunità di investimento nei tre contesti marini selezionati, affrontando la dimensione sociale e i potenziali conflitti di interesse legati all'accettabilità del sistema. I partner si impegnano così a esplorare approcci socio-tecnici per la gestione delle controversie, il coinvolgimento degli stakeholder e la costruzione partecipata del consenso attorno alle soluzioni proposte. 
 
Il Dipartimento di Scienze Sociali, partner del progetto (responsabile scientifico Ivano Scotti, coordinamento Rosanna De Rosa), è chiamato a svolgere insieme un ruolo di ricerca sociale e di comunicazione scientifica, per garantire al progetto la massima conformità ai principi della Responsible Research and Innovation e offrire chiare indicazioni sulla Societal Readiness nelle comunità marine selezionate.
 
Il progetto è cofinanziato dal MUR.